Il legame biologico fra povertà e salute: Lifepath issue 13

I risultati del progetto Lifepath

  • Le condizioni socioeconomiche sono un fattore di rischio paragonabile al fumo, all’abuso di alcol, all’obesità e alla scarsa attività fisica per quanto riguarda l’invecchiamento biologico, la mortalità prematura e la funzionalità fisica.
  • Lo stress cronico psicosociale di chi vive in condizioni socioeconomiche svantaggiose può provocare uno stato di infiammazione sistemica nell’organismo che a sua volta accelera l’invecchiamento biologico e mina la salute e il benessere delle persone.  
  • Molti paesi europei hanno sviluppato una resilienza agli effetti negativi della crisi economica sulla salute, grazie a sistemi sanitari e di supporto sociale economicamente accessibili.
  • Studi come quelli condotti da Lifepath consentono di comprendere le vere cause e i meccanismi biologici che stanno alla base delle diseguaglianze di salute che affliggono le nostre società e che continuano a crescere. Queste conoscenze possono essere di grande aiuto per lo sviluppo di politiche e strategie sanitarie mirate a spezzare la trasmissione delle ingiustizie di salute da una generazione all’altra.

Milano, 30 aprile 2019– Le condizioni socioeconomiche nelle quali viviamo giocano un ruolo fondamentale nel determinare il nostro benessere, e il divario sempre più profondo fra più e meno abbienti provoca cambiamenti biologici che, a loro volta, si traducono in marcate diseguaglianze di salute. Un recente studio pubblicato su Aging da un ampio gruppo di studiosi del progetto Lifepath ha rivelato che un basso livello di istruzione può avere un impatto sulla salute in età avanzata paragonabile a quello provocato da noti fattori di rischio come obesità e abuso di alcol. Questo effetto sarebbe mediato, secondo i ricercatori, da modifiche epigenetiche associate a un invecchiamento biologico precoce.

Da tempo è noto che le condizioni sociali ed economiche in cui una persona nasce e cresce possono avere forti conseguenze sul suo stato di benessere e sulla qualità della sua vita. Chi vive in condizioni di povertà ha maggiori probabilità di avere problemi di salute, soprattutto in età avanzata, e queste diseguaglianze creano quello che gli esperti definiscono un gradiente sociale della salute [Figura 1]. Lifepath è un progetto europeo che si occupa di studiare i meccanismi biologici alla base di questa associazione, per capire come le condizioni socioeconomiche possano «entrare sotto la pelle», come ha sintetizzato Paolo Vineis – professore all’Imperial College London e vicepresidente del Consiglio Superiore di Sanità – durante il congresso finale del progetto di cui è coordinatore, tenutosi a Ginevra il 26 e 27 marzo.

Figura 1 – Il gradiente sociale della salute.

«Uno dei risultati più rilevanti delle nostre ricerche è che vivere in una posizione sociale svantaggiata è un fattore di rischio associato a mortalità prematura e funzionalità fisica la cui importanza è paragonabile a quello di altri fattori noti come fumo, abuso di alcol e scarsa attività fisica. Da un nostro studio è emerso che circa il 20% della mortalità prematura è dovuta a una bassa condizione socioeconomica, mentre il 25% è dovuto all’inattività fisica e il 30% al fumo», ha affermato Silvia Stringhini, ricercatrice all’Università di Ginevra.

«I nostri dati biologici ed epidemiologici mostrano che condizioni svantaggiate in termini di reddito, istruzione, abitazione o lavoro, si accumulano fin dalle prime fasi della vita tramite diversi fattori, fra i quali c’è anche lo stress psicosociale», spiega Michelle-Kelly Irving, ricercatrice all’Università Toulouse III Paul Sabatier di Tolosa. «Questo tipo di stress può provocare uno stato di infiammazione sistemica nell’organismo che a sua volta accelera l’invecchiamento biologico e mina la salute e il benessere delle persone».

Le prime fasi della vita sono cruciali in questo processo ed è quindi fondamentale intervenire in aiuto delle famiglie più povere e dei bambini in modo da migliorare la loro resilienza a condizioni sociali ed economiche avverse. «Bambini e adolescenti cresciuti in contesti economicamente svantaggiosi hanno maggiori probabilità di essere sovrappeso fin dai tre anni, il che poi influirà sulla loro salute da adulti. La condizione sociale della famiglia influisce su alcuni marcatori biologici che abbiamo studiato, come l’accelerazione dell’età epigenetica, mentre vivere in quartieri poveri può avere un impatto negativo su molti fattori di rischio cardiometabolici [Figura 2]», ha aggiunto Vineis.

Figura 2 – Fattori di rischio cardiometabolici in relazione all’età e al contesto socioeconomico.

Fra gli obiettivi di Lifepath c’era anche la valutazione dell’impatto che la crisi economica del 2008 ha avuto sull’Europa, realizzato grazie a un ampio studio sulle diseguaglianze di salute in 27 paesi europei.

«In molti paesi dell’Europa la mortalità è in calo da decenni e questa tendenza non è stata deragliata dalla crisi», ha commentato Johan Mackenbach, professore all’Erasmus University Medical Center di Rotterdam. «Sembra che le politiche finalizzate all’abbassamento della mortalità, in quei paesi, abbiano finalmente raggiunto anche le fasce meno istruite della popolazione. Ciò significa che quando si introducono nuove strategie sanitarie, bisogna monitorare con attenzione le disuguaglianze di salute dovute alle condizioni socioeconomiche».

«Gli studi realizzati dal progetto Lifepath non solo ci aiutano a capire le cause reali e i processi biologici responsabili delle sempre più marcate diseguaglianze di salute che affliggono le nostre società, ma possono anche fornire suggerimenti e informazioni per chi si occupa di gestione della salute pubblica, riguardo a tempistiche ed efficacia degli interventi da attuare per spezzare la trasmissione delle ingiustizie di salute da una generazione all’altra», ha detto Michael Marmot, professore allo University College London. «Indubbiamente, migliorare il livello di istruzione e garantire supporto sociale nelle prime fasi della vita di un individuo è tanto importante quanto intervenire su fattori di rischi noti e sulle condizioni sociali in età adulta». 

Il progetto Lifepath

Figura 3 – Mappa delle coorti coinvolte nella ricercar di Lifepath.

Lifepath è un progetto fondato dall’Unione Europea, con lo scopo di fornire dati aggiornati, significativi e innovativi sulla relazione fra disuguaglianze sociali e diseguaglianze di salute. Dati sui quali potranno basarsi le future strategie politiche per il miglioramento del benessere della popolazione. Gli esperti di Lifepath hanno sviluppato un approccio di ricerca originale, che combina scienze sociali, biologia e analisi di big data, usando coorti di popolazioni già esistenti e innovative tecniche di analisi biologica. I risultati ottenuti da Lifepath possono essere di grande aiuto nello sviluppo di politiche e strategie di salute pubblica volte a ridurre le diseguaglianze di salute.

Risorse per i media 

Luca Carra
Lifepath Project Communication Manager – ZADIG
Cellulare: +39 339 857 8565
Email: carra@zadig.it

Michele Bellone
Communication Manager
Cellulare: +39 340 590 7692
Email: michele.bellone@lineegrigie.it

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Publication date: 
Tuesday, April 30, 2019